domenica 28 giugno 2009

Stammi vicino, che cresco meglio

Non so neanche io perchè lo scrivo qui. La sera prima del 29 è tempo di Palio, a chi può interessare tutto ciò? C'entra con tutto questo? Con il Palio, con le emozioni che ognuno di noi sta vivendo e con la terra in piazza? Per me si, per me lo è ogni anno.
Nel 20 Luglio del 1934 nasceva Antonio Moscioni a Siena e moriva a Tivoli nel 26 Giugno del 2006.
Chi è Antonio Moscioni, direte ora voi. Era mio zio, nato in via di Salicotto, l'uomo che da piccino mi ha insegnato di Palio e di vita.
Si spegneva tre anni fa dopo aver sofferto e gioito, festeggiato solo un anno prima da casa la sua Contrada che da 44 anni non vedeva vincere. Festeggiato da casa, perchè non poteva già muoversi.
Ma il mio non vuole essere un racconto triste, amici miei. Vuole essere un incisione su una lastra di marmo, di quelle incisioni che neanche i secoli possono cancellare.
Quell'uomo burbero e divertente che mi teneva sulle ginocchia è lo stesso che mi comprava l'acqua al bar Salicotto. Lo stesso che mi ha cresciuto trasmettendomi questo amore. Perchè nessuno me l'ha comandato di avere il cuore fuori la gola, le farfalle nel petto. Di morire d'amore per quella bandiera. E' colpa tua Zio, è colpa solo tua! Sempre se amare troppo è una colpa ed insegnare ad amare è la sua derivazione.
Ero così piccolo quando misi al collo quel fazzoletto, così piccolo quando vidi un cittino con il fazzoletto che toccava la terra e mi misi a ridere. Tu rispondesti "crescerà anche lui".
Una frase stupida, vero? Ma che m'insegno la contrada meglio di molte altre, meglio dei mille altri racconti. Mio zio era uno di quelli che aveva fatto a cazzotti, di quelli che avevano un pezzo del Palio della pace. Quando morì per due anni sono stato lontano da Siena, dal Palio.
Non voglio più, fa troppo male! Gridai a me stesso. Solo l'anno scorso non ce la feci più, il rosso della bandiera mi chiamava, la terra in piazza cantava e a me sembrava fosso soltanto per me.
Si, avrei voluto fosse ancora una volta lì su una seggiola di legno a sorridermi e dirmi qualche parola. Così tante volte ti vorrei ancora con me. Ma sono grande sai? Adesso ho imparato tante ed ho fatto così tante cose di cui saresti fiero di me. Quelle cose che ti rendevano felice. Ed ogni volta che la Torre sarà in piazza, io non mancherò perchè così in qualche modo ci sarai anche tu.

Perdonatemi se ho usato questo spazio, in questi giorni sacri. Non so neanche io cosa ho scritto, se ho scritto tutto quello che sento dentro. Io che amo questa città e questa Contrada perchè qualcuno l'ha amata prima e più di me sicuramante e sopratutto mi ha mostrato il modo, lasciandomi la libertà di scegliere. Perchè se ora sono qui in questo blog, se ho conosciuto voi, se abbiamo sofferto, pianto e riso insieme lo debbo ad un solo uomo, il più grande che la mia vita abbia mai conosciuto.

Ciao Zio, che il tuo pezzo di paradiso sia Rosso... come sangue d'eroi!

Con affetto

Daniele


Ps: Per la Cronaca è quello sulla sinistra

3 commenti:

Canapetta ha detto...

Scrivi qui per condividere con altri le tue sensazioni, i tuoi sentimenti. E ciò che hai scritto è bello. E tuo zio è lassù nel cielo a discutere con gli altri torraioli che l'hanno preceduto. Discute della Torre, del Palio, di cavalli e fantini. E da bravo contradaiolo, avrà anche lui la sua soluzione per vincere, per fermare la rivale. Fai tesoro di ciò che ti ha insegnato, sul Palio, sulla vita.

dieguito ha detto...

Bravo Daniele!

Anonimo ha detto...

Le tue belle parole meriterebbero altre considerazioni, che magari ci faremo a voce.
Aggiungo solo una cosa: tre anni dopo tuo zio ha deciso di andarsene un altro grande senese che ha fatto la maggior parte della sua vita nel Lazio, a Roma: Mario Verdone, selvaiolo.

ciao, DariOne